Milano | le nove zone hanno segnalato le aree di aggregazione «a rischio»

Gang di quartiere e rapporto con gli immigrati

Via al bando per quartieri più vivibili

500mila euro per le associazioni che proporranno soluzioni per affrontare il disagio

Il target di età all'attenzione delle istituzioni è quello compreso tra i 13 e i 21 anni
Il target di età all'attenzione delle istituzioni è quello compreso tra i 13 e i 21 anni

MILANO | L’invecchiamento della popolazione e la convivenza con le nuove famiglie straniere nel quartiere Sant’Ambrogio e in Barona; e poi le baby gang di Quarto Oggiaro e Vialba che occupano cantine e spazi comuni nei caseggiati di largo Boccioni; i problemi che riguardano i ragazzi della movida in colonne di San Lorenzo e piazza Vetra; infine l’integrazione e la convivenza al Gratosoglio fra i giovani che si riuniscono intorno alle scuole. Sono questi alcuni dei problemi sociali, spesso legati ai giovani, che un nuovo bando comunale si propone di affrontare.

PEDAGOGIA E SICUREZZA | Palazzo Marino finanzierà con le realtà del terzo settore che vorranno realizzare iniziative contro bullismo giovanile, bande e conflittualità sociale in genere nelle zone più degradate del capoluogo lombardo. Il documento verrà caricato domani sul sito del Comune, lunedì 10 giugno, ed indirizzato alle associazioni che vogliano co-progettare attività e interventi innovativi e sperimentali dedicati a giovani tra i 13 e i 21 anni. L’investimento è di 790mila euro, di 513mila euro cui finanziati con i fondi della legge 285/1997 per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, gli altri 222mila euro arrivano dal bilancio del comunale e 51mila euro dagli sponsor. I progetti selezionati dureranno un anno prorogabili per altri 12 e partiranno a ottobre.

PROGETTI MIRATI | Alcuni mesi fa l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli aveva chiesto ai nove consigli di zona di indicare luoghi di aggregazione giovanile spontanea dove fossero evidenti situazioni di disagio e fenomeni di delinquenza sui quali cercare di intervenire con azioni educative e sociali. «La presenza dei ragazzi non è omogenea su tutta la città – ha spiegato Granelli –. Si tratta di realizzare progetti specifici e flessibili che vanno continuamente rivisti sulla base dei risultati. Intervenire dove i giovani si incontrano spontaneamente, individuare nuovi luoghi di aggregazione, avviare attività nelle quali i ragazzi si identificano con l’obiettivo di rendere i quartieri vivibili e sicuri e sviluppare la convivenza civile». Le zone hanno indicato i luoghi, ora tocca alle associazioni avanzare proposte.

Domenica 9 giugno 2013