Politica
Redazione Online
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| La maggior parte del patrimonio edilizio di Aler è a Milano |
MILANO | Comune e Regione rimangono su posizioni distanti per quanto riguarda la trasformazione dell’Aler, la società che si occupa degli alloggi pubblici in Lombardia, in Alpe. La giunta guidata da Roberto Maroni ha presentato la sua proposta, criticata da Palazzo Marino in quanto «accentratrice».
SCONTRO ANCHE SUL NOME | Il presidente della Lombardia l’ha già definita «storica», perché riduce le 13 sedi provinciali e relativi consigli di amministrazione a uno solo con otto consiglieri. In attesa della discussione del testo nell’aula del Pirellone, è intervenuta l’assessore di Milano alla Casa, Daniela Benelli: «L’area metropolitana del capoluogo – ha detto – conta da sola i 100mila alloggi su 160mila, ma non ha avuto alcuna voce in capitolo». La giunta meneghina ha così manifestato la propria preferenza per una rete capillare di agenzie territoriali dotate di autonomia decisionale e finanziaria. «I problemi di Aler – ha concluso Benelli - sono i problemi di Milano: modello organizzativo, degrado del patrimonio, deficit di bilancio. Per non parlare della riforma della legge 27 del 2009. Questioni che non sono state ancora nemmeno sfiorate». La contrapposizione coinvolge anche il nuovo nome dell’ente, Alpe: un omaggio al progetto della macroregione del nord, secondo l’assessore regionale alla casa Paola Bulbarelli, una presa di distanza dai reali bisogni dei cittadini, secondo il punto di vista del Comune di Milano.
Giovedì 16 maggio 2013
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