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MILANO | Quattro morti in un mese e mezzo: è il bilancio tratto da Alessandra Naldi, garante per il Comune dei diritti delle persone private della libertà dopo il decesso domenica notte a San Vittore del 78enne Sliman Bombaker, gravemente malato. All'uomo mancavano sei mesi da scontare dopo una condanna risalente al 2010 per la riduzione in schiavitù di una ragazza del Marocco e per concorso in vari furti.
APPELLO DEL GARANTE | Due settimane prima il magistrato di sorveglianza aveva negato a Bombaker gli arresti domiciliari. In precedenza gli era stato diagnosticato il diabete, oltre ad altri gravi problemi di salute. «Non posso fare a meno - ha detto Naldi - di manifestare la mia preoccupazione e la mia rabbia per il senso di impotenza che è inevitabile provare di fronte a queste notizie». Quindi l'appello: «Chiedo che la magistratura faccia piena luce su questi casi, individuando eventuali responsabilità».
SCIA DI MORTE | Naldi snocciola poi numeri e fatti che sono la specchio della spietatezza della vita carceraria che accomuna diverse strutture italiane. «Sempre a San Vittore, nel terzo reparto, a metà marzo, è morto un giovane tossicodipendente - ha ricordato -. Pare che stesse male già durante il giorno e che sia deceduto durante la notte. All'inizio di aprile, sempre nello stesso reparto, è morto un altro giovane detenuto. Entrambi i decessi sembrerebbero imputabili a cause naturali, ma i compagni di detenzione riferiscono di una lunga attesa prima dell'intervento dei sanitari, fatto normale in un carcere in cui di notte un solo agente deve controllare più piani. Inoltre, in uno di questi due casi, sembra ci fosse stata una caduta dal letto a castello qualche ora prima del decesso. Un altro decesso, catalogato come suicidio, è stato registrato a metà marzo nel reparto di massima sicurezza del carcere di Opera».
Giovedì 2 maggio 2013
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