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MILANO | Palazzo Marino sostiene l’iniziativa del prefetto Camillo Andreana per riportare i lavoratori dell’ospedale San Raffaele al referendum, ma non con un testo uguale a quello bocciato tre settimane fa. è stato l’assessore alle Politiche per il lavoro, Cristina Tajani, a ribadirlo: «Abbiamo letto con attenzione – ha detto – il pronunciamento delle rsu aderenti a Cgil, Cisl, Uil e Fials che valutano come migliorative le modifiche proposte dal prefetto all'accordo ministeriale. Allo stesso modo la decisione della proprietà di far propria la mediazione del prefetto con l'impegno specifico a non effettuare licenziamenti per i prossimi due anni, ci pare che ponga le condizioni per sottoporre a nuovo referendum un testo differente da quello bocciato dai lavoratori».
LO STALLO DEI NEGOZIATI | L’esigenza di modificare il documento in maniera significativa è stata ribadita anche da Daniela Rottoli, coordinatrice della rsu dell’ospedale: «Non si può cancellare l'esito di un referendum in cui i lavoratori hanno respinto l'intero documento. Sarebbe scorretto ignorare questo risultato» – ha detto. Il 30 gennaio 1.365 dipendenti della struttura sanitaria avevano votato contro l’accordo, sostenuto dai sindacati e da 1.110 lavoratori. Il testo, pensato come parte del piano di riduzione del clamoroso passivo che l’imprenditore Giuseppe Rotelli ha ereditato dalla gestione Verzé, prevedeva la decurtazione del 9% delle buste paga di impiegati e infermieri e il passaggio dal contratto di sanità pubblica a quella privata. La bocciatura del referendum aveva spianato la strada a 244 licenziamenti. Secondo la mediazione condotta da Andreana, i vertici del San Raffaele dovrebbero impegnarsi a non licenziare nessun lavoratore per due anni, in cambio della riconvocazione di una consultazione con gli stessi punti qualificanti della precedente. Ma per ora rimane il no dei sindacati.
Mercoledì 20 febbraio 2013
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