Redazione Online
MILANO | Il Comune tira dritto dopo la bocciatura da parte della Commissione europea del piano proposto dal governo italiano di vendita di Sea Handling. Nel cestino finisce anche la richiesta di prorogare l’obbligo di riscossione che impone a Sea di recuperare i 360 milioni di euro spesi per tenere in vita la società di servizi aeroportuali. Questa somma è stata giudicata un aiuto di Stato.
SPERANZA PER LA SOSPENSIVA | La questione di Sea Handling è spinosa soprattutto perché si parla di 739 posti di lavoro a rischio, impiegati e operai che hanno già fatto sentire rumorosamente la propria voce sotto Palazzo Marino a marzo e con scioperi ad aprile. Il sindaco Giuliano Pisapia fa perciò notare che «la decisione della Commissione non ha nulla a che vedere con l’istanza presentata dal Comune per ottenere la sospensiva della sanzione, per cui non vi è stato ancora pronunciamento», che si continua a ritenere il provvedimento «infondato in fatto e in diritto» e che «il Comune proseguirà ancora con maggiore convinzione il suo impegno per evitare le conseguenze della decisione della Commissione, anche con le necessarie azioni giudiziarie davanti ai giudici nazionali».
BOCCIATURA TOTALE | Il piano di vendita di Sea Handling proposto dal governo italiano è stato liquidato, secondo quanto riportato in una comunicazione della Commissione datata 3 maggio, perché non avrebbe fatto altro che trasferire la pendenza da 360 milioni da Sea a Menzies. La richiesta di proroga dell’esecutività della decisione si deve invece alla tardività della domanda e al fatto che, pur essendo SH in cattive condizioni economiche, questo non costituisce un motivo di rilievo. Entro fine mese, comunque in ritardo secondo le tempistiche inizialmente previste, l’Italia deve comunicare in dettaglio il percorso scelto per ottemperare alla decisione della Commissione.
Mercoledì 8 maggio 2013
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